Il pubblico più glaciale del pianeta – che per strappargli un applauso gli deve proprio scappare – un pubblico così perfido che il suo malocchio ti fa inciampare Albano così come fece allappare Crozza, un pubblico di meravigliosi invidiosi che sputa “panna montata al veleno” , citando l’indemoniato Achille Lauro. Che lui alla domanda “cosa ne pensi di Sanremo” risponderebbe “me ne frego” . Ma poi non sarebbe la verità, perchè un indemoniato non può MAI dire la verità… Fantastico perfomer!
A Sanremo dove non volano le aquile – e nemmeno la povera Iva, che non riesce più a farsi invitare – si consumano drammi che segnano le carriere e le vite degli artisti, sottoposti al giudizio implacabile dello spietato parterre.
Qui si scatena la libido del gossip, delle cattiverie e delle maldicenze…sui vestiti troppo scollati, sulle tutine gay, sulle stecche, sugli inciampi… Fino al più drammatico gelo, quello che cade sulle battute quando non fanno ridere, una coltellata al petto del comico di turno…
Ma dove non volano le aquile, si stagliano le stelle: il fuoriclasse dell’improvvisazione Fiorello supera in scioltezza qualsiasi momentaccio e lo trasforma in un boomerang di ilarità. Chapeau! Nato per stare sul palcoscenico, i suoi tempi di reazione teatrali andrebbero studiati al Cern.
A dire il vero ce n’è molti di fuoriclasse quest’anno a Sanremo – fuori concorso il Ghali che si prende la scena e la porta in P.zza Colombo – A poco a poco i veri campioni piegano quel pubblico gelido, lo piegano come una lastra d’acciaio in fonderia e lo trasformano in un pubblico capace di riservare l’ovazione al miglior gladiatore, quello che uccide il leone.
Che metaforicamente il leone altro non è che il pubblico stesso. Per questo Sanremo è Sanremo.
E questa è una Metafora.