A volte mi capita di voler staccare da tutto all’improvviso, così organizzandomi come sempre all’ultimo secondo, prendo un treno e scappo a Venezia, una classica meta che, ogni volta, riesce a regalare qualcosa di nuovo. Qualche nuvola regala momentaneamente riparo dal sole caldo che presto rimpiangeremo, con la mia Reflex armata di fisheye mi intrufolo tra coloro che tra ponti e calle si perdono tra un selfie e l’altro; passo dal PONTE DELLE GUGLIE, dal GHETTO EBRAICO.
Mi concedo un’ottima granita alle mandorle condivisa con una nuova amicizia e attraverso il controverso PONTE DELLA COSTITUZIONE DI CALATRAVA, per giungere alla fermata di battello più vicina possibile alla mia meta, il PALAZZO DEI TRE OCI sull’isola della GIUDECCA, dove la mostra del mio adorato Helmut Newton sa restituirmi la pace dei sensi e dove godo, dall ultimo piano, di una vista della città al tramonto che una foto rubata di soppiatto aprendo la finestra non può ovviamente replicare.
Immancabile il passaggio in piazza SAN MARCO che trovo fortunatamente meno affollata di persone e piccioni dell’ultima volta in cui passai per di qui anni fa, ma sempre una meraviglia; finisco in un negozio di gioielli e vetro di MURANO a parlare con il commesso dall animo rock quanto il mio e già che si trova a pochi passi, ne approfitto per sbirciare i cimeli esposti all HARD ROCK CAFE’.
Si avvicina l’ora del treno di ritorno, ma c’è tutto il tempo per un aperitivo tardivo in un vecchio bar in muratura famoso per i suoi tramezzini, che accompagno allo spritz locale, variante simile ad uno spritz ordinario ma più buono per il mio palato da non bevitore. Ora che posso vagare a zonzo passo per gruppi di studenti e aree più moderne non lontane dalla stazione, così da poter attaccare qualche adesivo del mio gruppo in mezzo a quello di vari altri già presenti sulle bacheche. Sudato per il lungo vagare saluto chi devo salutare, un paio di piroette tra la folla e sono sul treno.