Me ne sono stato zitto e quatto per mesi, senza mai viaggiare nemmeno con la fantasia. Ho osservato il mondo da quella specie di oblò che è la TV, pensando che nulla sarebbe stato più come prima.
Invece no.
Ho sentito il richiamo e sono partito. Con me la Regi. Costi quel che costi, purchè low cost, coi mezzi pubblici, rischiando qualcosa, ma da sentirsi vivi, un viaggio avventura…
Abbiamo lasciato l’auto in una piccola stazione dimenticata e preso un improbabile treno locale, lo stesso treno che prendevo da studente quando andavo a Parma negli anni 80. Proprio lo stesso treno, nel senso che la locomotiva e l’unico vagone sono ancora gli stessi. Di diverso ci sono i graffiti, che non c’erano..
Il tragitto per Parma è breve, poche fermate, non è mancata però la solita scena del controllore che chiede il biglietto all’africano: lui non ce l’ha e viene invitato a scendere. Non il controllore, l’africano. Sembra un destino già scritto il suo, invece interviene un’altra africana, che si offre di integrare i soldi mancanti del biglietto. Scopriamo che gli mancavano appena 50 centesimi . Sarebbe sceso dal treno per soli 50 centesimi. Ma alla fine tutti vissero felici e contenti.
Arriviamo nella rinnovata stazione di Parma e prima di ripartire per Rimini decido di cercare una toilette, la trovo dopo il periplo del Peloponneso, ma subito la bidella mi avvisa a voce altissima che per usare la toilette bisogna pagare un euro. Altrettanto a voce altissima mi lamento, le dico che è un furto, ma poi mi rassegno e glielo do. Mentre le do la monetina penso all’africano di prima, che se gli scappa non ha l’euro.L’interregionale per Rimini da 16€ ci offre vagoni molto moderni e confortevoli. Ma la scena del controllore che fa scendere i ragazzi senza biglietto si ripete ancora. Stavolta i due ragazzini non vengono salvati da nessuno, ma si danno appuntamento con gli amici sul prossimo treno… Non sembra un gran dramma, nessuna multa da pagare… Per loro dev’essere una specie di percorso a tappe, cioè se uno non ha il biglietto viene fatto scendere, prende il treno dopo e se ritrova il controllore viene fatto scendere, prende il treno dopo e…
Nello scomparto dietro il nostro siedono 5 avvenenti teenager italo-magrebine, vestono mini-shorts generazionali, parlano indifferentemente italiano o arabo, mischiando le due lingue a piacere; parlano di maschietti, e di quanto sia frivola una loro amica che se la sta facendo con gli altri mentre il suo ragazzo è dentro…ma sul più bello iniziano a parlare in arabo e non saprò mai come va a finire…
Finalmente a Rimini. Il piazzale della stazione è mediamente affollato, una ladra recidiva dev’essere stata colta sul fatto, piange disgrazia circondata da 3 poliziotti. La rivedremo il giorno dopo, in una scena analoga, dall’altra parte della città…se una è recidiva è recidiva. Ci mettiamo in fila al chiosco per i biglietti dell’autobus, ne compro una decina, ho voglia di stare in mezzo alla gente, con o senza mascherina. Gli autobus sono una specie di teatrino, ma senza protagonisti, tutte comparse che scendono alla prossima fermata, qualcuno però dà spettacolo: un indiano gigantesco parla a voce alta al cellulare, nessuno che lo ammonisca… una signora inciampa nelle valigie di un tizio e si arrabbia… due teenager si sbaciucchiano senza inibizioni, lei veste gli immancabili mini-shorts inguinali… nel frattempo arriva la nostra fermata e usciamo di scena.
Questa moda dei mini-shorts inguinali la giudicavo un po’ border-line, diciamo; ora la vedo più come un marker generazionale, qualcosa come le mini-gonne negli anni 60/70: la voglia di segnare un confine con le generazioni precedenti, per dire “noi siamo diverse”. Tipico.
L’albergo è vecchiotto, ma in prima linea sul mare, proprio di fronte a un’ampia spiaggia libera che ci tornerà comodissima. Alla reception la Regi scopre di essersi dimenticata i documenti. Vorrei strozzarla, ma pare che il problema non sia così grave, infatti si accontentano dei miei. Quando porgo il mio biglietto da visita per la fattura, la raggrinzita receptionist nota che sono di un’agenzia viaggi e ironica mi chiede “Esistono ancora le agenzie viaggi?” . Vorrei risponderle male, chiederle se anche le stanze sono malconce come lei, ma non cedo alla tentazione, faccio buon viso e guardandola nelle palle degli occhi le chiedo se ci può fare subito il check-in . Dopo qualche esitazione ci viene concesso il privilegio di salire subito in camera, a mezzogiorno invece che alle tre, quinto piano, con balcone. E’ fatta.
La stanza è very common, ma la vista è semplicemente mastodontica, la Regi impazzisce di gioia e mi dice che solo quell’immagine vale il viaggio: di fronte a noi l’interminabile lungomare di Rimini, fino al porticciolo, con la sua imponente ruota; alla nostra sinistra le colline di Serravalle e San Marino. Ci sembra impossibile godere di una vista così avendo speso solo 60€. Ma è troppa la voglia di mare, ci sbrighiamo con le cose e filiamo in spiaggia, libera, of course. Tira vento e non c’è quasi nessuno, il mare è un po’ mosso, bandiera rossa, ma la profondità è ridicola quindi entriamo ugualmente, l’acqua è torbida e calda. L’idromassaggio è perfetto.
Sono già un’altra persona. E’ strano, mi basta entrare in mare per uscirne diverso. Non mi succede nè al lago nè al fiume nè in piscina, succede solo al mare. Sarà il sale.
Della deliziosa cucina romagnola non parlo. Sembra incredibile ma ci sono emozioni ancora più intense dei polpi alla griglia con gocce di aceto balsamico, e nemmeno voglio citare gli spaghettini alle vongole da Gianni. La più grande emozione è entrare nel Tempio Malatestiano, nel centro storico dell’antica Rimini, e rimanere qualche minuto in silenzio di fronte al Crocefisso di Giotto, e pensare che l’ha fatto proprio lui, e che ho il privilegio di essere qua, da solo, di fronte a un’opera del grande Giotto, e tutto questo senza pagare nemmeno un euro. Incredibile!
L’Italia è un paese meraviglioso: è vero che ti spennano per fare pipì in stazione, ma è anche vero che ti permettono di ammirare gratis dei capolavori inestimabili. Non vedo l’ora di andare in Sicilia.
PS i 2 giorni successivi a Rimini non li racconto, d’accordo?