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“American Airlines ci ha accompagnato dritte alla meta, da Malpensa a Miami International. E col taxi, da lì alla Collins è un attimo.
A South Beach ci siamo divertite un sacco, tra i bei ragazzi di Ocean Drive, le lussuose vetrine di Lincoln Road e i profumi caraibici di Little Havana, con la sua deliziosa gastronomia.
Per chi apprezza l’arte moderna e la street art, il quartiere di Wynwood è il posto ideale, coi suoi concept stores dove sorseggiare coloratissimi cocktail dai nomi improbabili, mentre ci intrufoliamo nei numerosi vernissage di giornata, tra i quali quelli del famoso artista brasiliano Romero Britto, qui onnipresente.
Ma non è stato a South Beach – SoBe come viene definita dai locals – che abbiamo avvertito la sensazione di completezza del viaggio. C’era bisogno di attraversare un ponte…
Percorrendo il Seven Mile Bridge, imbocchiamo l’Overseas Highway, che infila tutte le Keys come una collana di perle. Rimaniamo sorprese dall’aspetto estremamente selvaggio di gran parte di queste isole.
Arriviamo infine al capolinea: Key West, l’isola più famosa e caratteristica della East Coast. Qui subito mi innamoro, più o meno come dev’esser successo a Hemingway, che in quest’isola costruì la sua casa, una casa che tuttora mantiene un fascino intramontabile.
Tramonta invece con velata malinconia il sole a Mallory Square, dove a centinaia ci ritroviamo in un’atmosfera irreale: qui veniamo coinvolte in una sorta di rituale hippy, che magicamente ci trascina…
E quando per rientrare nella tentacolare metropoli, imbocchiamo il Seven Mile Bridge in direzione opposta, mi sento avvolta da uno strano senso di pace. Ora il viaggio è completo. “
Ringraziamo Claudia che ci ha pensato dalla Florida.
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